ITINERARIO NEOCLASSICO
ART NOUVEAU


"PALERMO, una piccola capitale dell 'Art Nouveau", scrisse Leonardo Sciascia, con la modestia di sé e di ogni cosa che, come Palermo, gli apparteneva.

Non tanto piccola, però, l'Art Nouveau di quella Palermo il cui stile liberty risalì la penisola, determinando la diffusione del floreale a Napoli e il gusto delle arti applicate in tutto il Paese.

Il lilberty palermitano, infatti, non fu un fenomeno provinciale. lì suo principale architetto, Ernesto Basile, partecipò integralmente al periodo dell'arte nuova, con una autonomia espressiva di livello europeo, come avvenne forse per uno solo o due altri architetti italiani.

!l villino Florio, costruito a Palermo negli anni 1899 -1903, fu il banco di prova di una formidabile compagine artistico-artigiana-produttiva, con la quale il Basile interpretò le aspirazioni di una alta e raffinata borghesia ad una nuova im magine rappresentativa cosmopolita.

Ancòra a Palermo, i villino di via Siracusa, che Basile progettò per sé, privo di orpelli, eclettismi e mode floreali, manifesta una nuova espressività di volumi semplici, di materiali e profili.

Villa Igica, davanti al mare, è di- venuta grande albergo. lì salone da pranzo è emblematici) di una matu ra e originale interpretazione sicilia na del principio modernista della C;esamtlunstwerk, dell'opera d'arte totale. La costante apparizione fem minile sulle pareti fra i fiori del li bertv, suscita emozioni che non han no uguale in questa parte del mondo.

L'Art Nouveau vive pure in molte altre località siciliane: amieno in quaranta e più, e ne citiamo, per brevità, solo alcune:

A Catania, villa Pancari, villa Mangatielli, villa Bonainto.
A Caltagirone, la centrale elettrica, e il prospetto della chiesa Madre.
A Ispica, il palazzo Bruno di Belmonte, e casa Lauretta.
A Messina, il palazzo della Prefettura;

e poi Trapani, Licata, ecc...

Ma prima della esplosione floreale, è il Neoclassicismo che si manifesta in Sicilia sin dal 1763 con l'Oratorio che Giuseppe Venanzio Marvuglia progetta a Palermo per i Padri Filippini.

E sono proprio i caratteri isolani della continuità classica che producono, nel 1787 al 1795, il Ginnasio del l'orto botanico di Palermo e quello di Catania nel 1847, e il Circolo di conversazione di Ragusa agli inizi del XIX secolo.

A Palermo una acquisizione acri tica della storia avrà come esiti, nel 1866, il Teatro Politeama Garibal di, mentre una nozione progressista produrrà il Teatro Massimo nel 1864-67; e poi palazzi e ville.

A Vittoria, emerge il Teatro comunale, come a Castelvetrano.

Ad Acireale, le Terme.
A Ragusa, l'Opera pia.
A Bagheria, villa Villarosa.
A Messina, il Teatro Vittorio Ernanuale, e la straordinaria palazzata della città: fu distrutta dal ter remoto del 1908; seguiva la falce del bellissimo porto.